Finché l'uomo aspirerà al potere, come tutti vi aspireranno in un modo o nell'altro, senza la conoscenza di quel potere che è onnipotente, ci sarà sempre una delusione, perché troverà sempre dei limiti. Il suo ideale andrà sempre avanti e si troverà a corto di potere. È solo entrando in contatto con il potere onnipotente che inizierà a realizzare l'onnipotenza e i fenomeni dell'onnipotenza. E la domanda è: come si dovrebbe entrare in contatto con quel potere onnipotente? Finché si avrà davanti la propria piccola personalità, finché non si riuscirà a liberarsene, finché la propria persona e tutto ciò che le è correlato e connesso ci interesseranno, si troveranno sempre dei limiti. E quel potere è raggiungibile solo in un modo, ed è la via dell'annullamento di sé, che nella Bibbia è chiamata abnegazione. La gente la interpreta diversamente; abnegazione significa, dicono, negare a se stessi tutta la felicità e i piaceri di questa terra. Se fosse per negare la felicità e il piacere di questa terra, allora perché questa terra è stata creata? Solo per negare? Se fosse stata creata per negare, sarebbe stata molto crudele. Perché la continua ricerca dell'uomo è la felicità. Abnegazione significa negare quella piccola personalità che si insinua in ogni cosa, cancellare questo falso ego che spinge a percepire il proprio piccolo potere in questa o quella cosa. E come si ottiene? Non si ottiene solo con la preghiera, l'adorazione o la fede in Dio. Si ottiene dimenticando se stessi in Dio. La fede in Dio è il primo passo. Ciò che si ottiene credendo in Dio è dimenticarsi di sé in Dio. Se si è in grado di farlo, si è raggiunto un potere che va oltre la comprensione umana. Il processo per raggiungere questo obiettivo è chiamato fana dai Sufi. Fana non è necessariamente una distruzione in Dio. Fana sfocia in quella che può essere definita una resurrezione in Dio, simboleggiata dall'immagine di Cristo. Il Cristo sulla croce è la narrazione di fana, che significa: "Io non sono". E l'idea di resurrezione spiega la fase successiva, che è baqa, che significa "Tu sei", ovvero l'elevazione verso l'Onnipotente. Lo spirito divino deve essere riconosciuto in quell'elevazione verso l'Onnipotente. Questo fana non si ottiene torturandosi, tormentandosi, dandosi molti problemi, come fanno molti asceti, perché anche dopo essersi torturati, non giungeranno alla realizzazione se non fosse stato loro intenzione. È negando il proprio piccolo sé, il falso sé che copre il vero sé, che si trova l'essenza dell'essere divino.