Mosca 1 gennaio 1914 - Dachau 13 Settembre 1944
Figlia maggiore di Hazrat Inayat Khan e Ameena Begum
Studiò psicologia infantile alla Sorbona e musica al Conservatorio di Parigi diretto da Nadia Boulanger, componendo sia per arpa che per pianoforte iniziando la carriera di scrittrice, pubblicando poesie e racconti per bambini in inglese e francese e collaborando regolarmente con riviste per bambini e radio francesi. Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale nonostante fosse in salvo a Londra fuggita da Parigi che era stata invasa dalle forze Naziste si arruolò nei servizi segreti inglesi come radio operatrice e paracadutata in Francia si inserì nella resistenza francese. Morì a Dachau il 13 Settembre 1944.
La vita
Noorunisa Inayat Khan nacque a Mosca il 1° gennaio del 1914, prima di quattro figli. Suo padre, Hazrat Inayat Khan veniva da una famiglia mussulmana Indiana discendente da una stirpe di principi (Inayat Khan era un pronipote del famoso Sultano Tipu che nell’800 fu il sovrano del Mysore) che visse in Europa come musicista e maestro Sufi;
Sua madre, Ora Ameena Ray Baker, era un’americana di Albuquerque, New Mexico, che aveva incontrato Inayat Khan durante i suoi viaggi negli Stati Uniti. Nel gennaio del 1914, poco prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, la famiglia Khan lasciò la Russia, dove era stata ospite riverita alla Corte dello Zar, verso Londra trasferendosi a Bloomsbury, dove Noor frequentò la scuola materna. Qui nacquero i fratelli di Noorunisa, Vilayat, Hidayat e Khairunisa.
Nel 1920, la famiglia si recò in Francia, andando ad abitare a Suresnes, vicino a Parigi, in una casa donata loro da una benefattrice e discepola di Hazrat Inayat Khan, Murshida Fazal Mai. Qui vissero anni felici fino alla morte improvvisa del padre nel 1927. Da quel momento Noorunisa si fece carico con gioia e dedizione amorevole sia dei fratelli ancora in tenera età, che della madre, crollata sotto il peso di quell’inaspettato e inconsolabile dolore.
Noorunisa, descritta come una ragazza tranquilla, timida, sensibile e sognatrice, studiò psicologia infantile alla Sorbona e musica al Conservatorio di Parigi sotto la guida della famosissima Nadia Boulanger, componendo sia per arpa che per pianoforte. Si dedicò anche alla scrittura, sia di poesie che di storie per bambini, collaborando in modo costante a periodici per l’infanzia alla radio Francese.
Nel 1939, il suo primo libro “Venti Storie Jataka”, ispirato alle antiche Jataka di tradizione Buddista, fu pubblicato a Londra. Si tratta di una riscrittura in linguaggio moderno di queste antiche leggende che narrano delle numerose incarnazioni dell’anima compassionevole del Buddha in diverse creature animali che compiono gesti coraggiosi ed eroici, in nome dell’amore incondizionato e felice per altri esseri viventi. Premonizione commovente del destino stesso che, di lì a poco, segnerà la vita e la morte di Noorunisa.
Dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, quando la Francia fu occupata dalle truppe Tedesche nel 1940, la famiglia, nel giugno dello stesso anno, fuggì da Parigi per cercare rifugio a Londra. Noor profondamente influenzata dagli insegnamenti compassionevoli e mistici di suo padre, decise di contribuire attivamente alla lotta contro la tirannia Nazista come volontaria nell’Esercito Inglese in mansioni che non comportassero però l’uso delle armi. E così il 19 Novembre 1940 si unì alla WAAF (il Servizio Volontario delle donne dell’Aeronautica) per essere addestrata come radiotelegrafista. Su sua richiesta successivamente fu reclutata nel SOE, un gruppo assai ristretto e scelto di agenti segreti in appoggio alla Resistenza, e dovette sottostare a un durissimo addestramento sia fisico che psicologico nel quale anche il suo nome venne cambiato in Nora Baker.
La sua preparazione rimase però incompleta e i suoi superiori avevano opinioni diverse sulla sua idoneità all’attività di agente segreto. Ma la sua padronanza perfetta del Francese, la sua competenza nell’uso del radio telegrafo, e la scarsità di agenti esperti, la rese un ottimo candidato per l’azione segreta di supporto urgente alla difficile lotta clandestina nella Francia occupata dai Nazisti. Il 16/17 giugno del 1943, col nome in codice di “Madeleine” operatore “Bambinaia” e sotto il falso nome di Jeanne- Marie Regnier, fu mandata su un aereo Lysander in Francia dove atterrò durante la notte.
Si diresse subito verso Parigi e con altre due donne, Diana Roeden e Cecily Lefort, si unì alla rete di resistenza “Physician” guidata da Francis Suttil col nome in codice Prosper. Nel mese e mezzo successivo tutti i radiotelegrafisti della Physician furono arrestati dalle SS Tedesche. Ma nonostante il grave pericolo, Noor rifiutò l’offerta di ritornare in Inghilterra per poter continuare a trasmettere consapevole ormai di essere l’ultimo collegamento rimasto tra Londra e Parigi.
Continuando a spostarsi da un luogo all’altro, riuscì a sfuggire alla cattura mentre manteneva i contatti radio con Londra. “Si rifiutò di abbandonare quella che era diventata la postazione più importante e pericolosa in Francia e svolse un lavoro eccellente”, recita la menzione per la sua onorificenza postuma. Purtroppo di lì a poco fu tradita per 100 franchi da una donna del suo gruppo, probabilmente gelosa di lei che vendette la sua vita alla Gestapo. Fu arrestata il 13 ottobre e portata al quatier generale delle SS ad Avenue Foch a Parigi. Il suo interrogatorio durò più di un mese durante il quale tentò la fuga due volte. Non rivelò mai alle SS nessuna informazione. Successivamente il 25 novembre 1943 fu trasferita “per una custodia più sicura” nella prigione tedesca di Pforzheim secondo la terribile procedura nota come “Nacht und Nebel” in cui i prigionieri sparivano nel nulla, senza alcun contatto con il mondo esterno, in completo isolamento e incatenati
L’11 settembre 1944 Noor Inayat Khan e altre tre Agenti SOE furono trasferite a Campo di Concentramento di Dachau dove furono uccise due giorni dopo. L’ ultima parola che pronunciò prima di essere fucilata il 13 settembre fu “Libertà”.
Nel 2011 un busto di bronzo in suo onore fu posto vicino alla casa in cui abitò a Londra. E in suo onore è stato fondato il “Noor Inayat Khan Memorial Trust” che opera attivamente per tener viva la sua memoria. (http://www.noormemorial.org/index.php)
Bibliografia
“Noor-un-nisa Inayat Khan Madeleine” di Jean Overton Fuller – ed. East-West Pubblications, 1971 Jean Overton Fuller – Nome in codice Madeleine – La vita di Noor Inayat Khan – 2022 Amazon edizioni
Twenty Jataka Tales” retold by Noor Inayat Khan, ed.East-West Pubblications, 1975- “Venti Storie Jataka” di Noor Inayat Khan” traduzione di Ameena M.Grazia Fumagalli, Blurb.com (ultima edizione 2013) Amazon Edizioni 2022
Spy Princess the life of Noor Inayat Khan” di Shrabani Basu, ed. The History Press, 2006.
“Code Name Madeleine- A sufi spy in nazi-occupied Paris” – 2020 – Norton &Company
“Dreams flowers – The collected works of Noor Inayat Khan – 2020 Omega Publications Inc.