Il contadino e la tigre – storia di Noor-un-nisa Inayat Khan

“Cosa sono queste grida? Chi sta soffrendo al limitare della foresta?”

Richiedi informazioni

Così pensava un vecchio contadino che stava camminando vicino ai boschi. Anche se i suoi poveri piedi erano doloranti per aver camminato si affrettò verso le grida, col cuore pieno di compassione. “No, non è un uomo!”, pensò mentre correva. Allora cos’era quella forma che girava in tondo dietro quelle strane sbarre? “Oh! È una tigre catturata in una gabbia! Povero animale!”, gridò il contadino. “Quale destino crudele ti ha portata qui? Non sapevi, quando sei entrata in questa gabbia, che non saresti mai riuscita a uscire di nuovo? Povera tigre, può darsi che dei cuccioli ti stiano aspettando nella foresta! Aprirò la porta e tu potrai di nuovo correre!” Il contadino aprì la serratura e liberò il feroce animale. “Ora sei mio!”, gridò la tigre, “ è in un attimo verrai divorato!” “Ti ho dato la vita”, replicò il contadino, cadendo in ginocchio. “Se non avessi aperto la porta saresti ancora rinchiusa. Dunque come puoi essere tanto crudele dopo che io ti ho liberato?” “Questo è vero”, rispose la tigre, “Sei stato molto buono con me. Ti lascerò vivere, ma a una condizione: che tu chieda ai primi tre esseri che incontri: chi è più crudele, l’uomo o l’animale? Se tra questi tre uno risponde che l’animale è il più crudele, allora bene, mio caro, sarai divorato” Allora il povero contadino si mise in cammino, la tigre al suo fianco, per incontrare i primi tre esseri lungo la strada. Pertanto interrogarono un albero. “O Albero, re della natura, dicci chi è più crudele, l’uomo o l’animale?” “Ah!”, rispose l’Albero scuotendo con rabbia le sue alte chiome. “Chi credete che sia il più crudele? Noi che estendiamo eternamente i nostri rami per proteggere l’uomo dai raggi cocenti del sole e gli offriamo riposo, noi che produciamo frutti per nutrirlo, cosa riceviamo in cambio? Con l’ascia in mano, l’uomo viene a tagliarci, e i nostri poveri tronchi cadono a terra uccisi. No! Nessun animale è più crudele dell’uomo” Il povero contadino, col cuore tremante, proseguì il cammino, con la tigre al suo fianco. Di lì a poco incontrarono una mucca, e avvicinandosi, il contadino le disse: “Mia buona amica, dimmi chi è più crudele, l’uomo o l’animale?” “Non parlarmi dell’uomo!”, rispose la mucca. “Noi diamo all’uomo il latte che dovrebbero bere i nostri vitellini, e quando siamo cresciute e non siamo più in grado di fornirlo, invece di lasciarci vivere in pace i nostri ultimi anni, l’uomo viene a buttarci a terra e veniamo uccise, dopo tutto quello che abbiam dato. Ah! No, non parlarmi dell’uomo!” “Vedremo quello che dirà il terzo”, disse la tigre. E subito dopo incontrarono una volpe che correva dietro i cespugli. Sir Renard la Volpe rifletté per un minuto, poi chiese: “Perché me lo chiedi?” Il contadino spiegò che aveva trovato la tigre imprigionata in una gabbia, che le aveva aperto la porta, e che dopo la tigre voleva mangiarlo. Ma la tigre aveva promesso di lasciarlo vivere se uno dei tre esseri incontrati per strada avesse risposto che l’animale era più crudele. La volpe agitò la coda, e assumendo un atteggiamento confuso disse: “Cos’è una gabbia? Mostrami cos’è!” La tigre e il contadino accompagnarono la volpe alla gabbia. Sir Renard le girò attorno due o tre volte, e poi disse: “Non capisco come sia accaduto; come è entrata nella gabbia mia sorella tigre? Mostrami come è accaduto” Sir Tigre orgogliosamente rientrò nella gabbia. “E com’era la porta?”, chiese la volpe. Il contadino chiuse la porta e gli mostrò che era così. Sir Renard proseguì: “Ma come? Mia sorella tigre sarebbe capace di uscire da lì; non c’è qualcos’altro sulla porta per chiuderla?” “Sì, la serratura”, rispose il contadino. “Mostrami come la serratura chiude la porta”, disse la volpe. Il contadino chiuse la serratura, e allora Sir Renard scoppiò in una risata che risuonò per tutta la foresta. “Ecco mia cara sorella tigre”, disse, “cerca di uscire ora. Questo ti insegnerà a uccidere chi ti ha dato la vita. Addio e divertiti!” E dopo aver ringraziato la volpe, il buon vecchio contadino continuò il suo viaggio verso il villaggio.