IL RESPIRO: IL PONTE TRA L’ANIMA E DIO- LA VIA SUFI Conferenza di Murshid Wali van Lohuizen All’ International Centre a New Delhi nel Febbraio del 2006

Il titolo del mio intervento è: "Il respiro: il ponte tra Dio e il sé"

Richiedi informazioni

È un tema talmente sottile da sfuggire ad ogni definizione. Respiro, anima, Dio, devono essere sperimentati in una dimensione particolare che va oltre il nostro normale mondo di oggetti, emozioni, e ragione, anche oltre le nostre immaginazioni. Dio come onnipotente (un concetto diverso da Potentissimo!), onnipresente, onnipervasivo, il solo essere. È nel respiro che può manifestarsi, un respiro costituito da finissime incommensurabili vibrazioni. Vibrazioni che a loro volta possono diventare pervasive e presenti. Il respiro è il canale per trasferire energia divina che ha origine nel divino, scorre e poi si manifesta nel cuore, nella mente e nel corpo. Nella terminologia Sufi respiro e anima paiono essere entità intercambiabili. Come? Il punto è che entrambi rappresentano la corrente che scorre tra il sole divino e la batteria dell'uomo, l'anima, la nostra energia vitale. Questa corrente è il ponte tra Dio e il sé. Estremamente sottile e completamente raffinata, e nello stesso tempo lo strumento ideale per trasportare la vita che dà energia, il sostentamento della vita. Quest'unica corrente del respiro è l'azione che collega tutte le parti e gli aspetti dell'uomo in un unico organismo. Il respiro come luce. ANIMA L'anima in termini Sufi è lo spirito e quindi la parte divina nell'uomo. La Bibbia Ebraica ( i Cristiani la chiamano Vecchio Testamento) racconta nella Genesi (2,7) che Dio alitò il suo respiro in Adamo (che significa uomo), e grazie a questo Adamo divenne un anima vivente. E questo è ciò che accade sempre di nuovo ad ogni essere umano alla nascita. Proprio questo spirito di Dio è stato soffiato in ogni singolo essere umano; è la nostra prima inspirazione. E alla nostra morte esaliamo l'ultimo respiro, espirando quello stesso spirito, lasciando il corpo dietro a noi. Quando lo spirito non ha più bisogno del corpo quest'ultimo diventa superfluo. La cosa principale che l'anima vuole veramente è ritornare a quel sole divino da cui è venuta come un raggio inserito nel corpo, per sperimentare e quindi conoscere la verità, incontrando limiti, e partendo dal limite arrivare a conoscere cos'è la perfezione. Dunque il respiro essenziale è il respiro della vita. Quando è forte può muovere le montagne, quando è debole neppure un singolo problema sarà superabile. LUCE Spiritualità è trovare questa luce di vita nel respiro. È un tipo di spiritualità meraviglioso quello di cui stiamo parlando qui. Non rifiuta il mondo, né il corpo, né il sé. Corpo, mente ed emozioni, ciascuno come una preziosa risorsa per vivere la vita. Ciascuno ha bisogno di nutrimento dalla luce, essenzialmente reperibile nel respiro. Dunque, il corpo, la mente e il cuore non sono uno scopo di per sé. In realtà ciascuno funziona come uno strumento dell'anima. Il respiro è la luce nel corpo, e la luce nei nostri pensieri ed emozioni, in definitiva nella nostra volontà quando è libera. Tuttavia, la luce è velata dalla lampada e dai suoi rivestimenti. Una lampada ha luce in sé ma non è la luce. Ha bisogno di essere accesa se vogliamo luce. La lampada di un essere umano, quindi, è velata. Una lampada velata impedirà alla luce di risplendere pienamente. Un paralume può mostrare colori o forme. Può essere sporco. Le coperture possono diminuire la luce. Anche se la luce è accesa, difficilmente può essere visibile. Si vede la luce? Si mostra nella forma in cui appare: colori, forme, ombre, chiaroscuri. La sfida a ciascun individuo e all'umanità in generale è pulire la lampada, togliere il velo dalla luce. PURIFICARE Come si toglie il velo? Purificando il respiro. O quantomeno acquisendo l'intuizione che l'apparenza non è la luce ma la proiezione della luce in forme, colori, figure, ecc. Con questo processo di purificazione possiamo rendere chiara questa luce affinché tutti questi veli e tutto questo sporco attorno ad essa siano eliminati: la luce può splendere. Questa è l'idea fondamentale del messaggio Sufi in questo mondo, che noi ci si assuma la responsabilità di rendere splendente questa luce, e di farlo insieme. Abbiamo bisogno di trasparenza. Solo in questo modo possiamo essere d'aiuto a creare un mondo migliore. Qual è il ruolo del respiro? Il respiro è lo strumento per purificare. Purché i canali del respiro siano purificati. Dove ha origine il respiro? Abbiamo visto che viene dal divino, ed è divino. Il collegamento si attua sia alla nascita che alla morte; e ogni volta che ne siamo consapevoli. È un raggio del sole divino, una corrente di consapevolezza divina. Hazrat Inayat Khan lo esprime in modo meraviglioso con un'altra immagine. Il respiro è come una corda, dice, che pende dal cielo verso il basso fin dentro il nostro essere. É qui con noi, dentro di noi. Una corda dinamica. Il respiro, percepito come una presenza, come luce, come pace, costantemente rinnovato dal flusso dell'energia dell'anima. Si percepisce? Perché questo accada, il terreno della mente e del cuore ha bisogno di essere coltivato, e in primo luogo il corpo. La consapevolezza è necessaria. Occorre purificare corpo, mente e cuore per essere in condizione di relazionarsi alla corda, essere in grado di afferrarla, e poi consentire alla corrente di vivificare il nostro essere. IL RESPIRO È SPIRITO Ora, qual è la differenza allora tra anima, spirito e respiro? Nella nostra terminologia Sufi l'anima è spirito incarnato. In tutte le scritture sacre troviamo che lo spirito e il respiro si riferiscono essenzialmente alla stessa cosa. Quando consideriamo le religioni 'Occidentali', lo troviamo nelle scritture Ebraiche, lo troviamo nelle scritture Cristiane, lo troviamo nel Corano: il respiro è lo spirito. Nel Nuovo Testamento troviamo il termine pneuma. Significa contemporaneamente vento, respiro e spirito. Lo stesso troviamo nel termine Ebraico ruah e nell'Arabo Ruh. È una saggezza antica che respiro e spirito siano molto prossimi ed essenzialmente identici. Ma, in realtà, il respiro non è l'ossigeno che inspiriamo e l'anidride carbonica che espiriamo? Sì, certamente questo è ciò che accade fisicamente. Ma l'uomo non è di più che il suo corpo? Sì, chi lo sa ha sperimentato una certa consapevolezza di un'altra dimensione nel respiro. Si tratta di un senso di bellezza, di estasi, di silenzio profondo, di indescrivibile finezza e sottigliezza. È essere a casa. Si sente una specie di corrente sotterranea del respiro fisico che è simile a un canale che trasporta la sua controparte sottile, lo spirito. PRATICARE Per scoprire e coltivare questo fenomeno, una ricca varietà di pratiche viene offerta nel nostro Ordine Sufi, una scuola per la cultura interiore: meditazioni, concentrazioni, contemplazioni, preghiere spesso in funzione del respiro. All'inizio vengono trasmessi dal maestro (murshid) al discepolo (mureed) individualmente e confidenzialmente. Uno di questi, uno speciale, voglio presentarvelo in questa occasione speciale anche se di solito (ed essenzialmente) viene trasmesso in forma privata. È chiamato respiro di purificazione, una pratica destinata ad influire su tutti i livelli del nostro essere. Si può sperimentare come una purificazione fisica in quanto si inspira aria pura e si espira aria 'inquinata'. Si può sperimentare a livello mentale in quanto si purifica la mente inspirando purezza dalla sfera mentale ed espirando quello che si vuole eliminare mentalmente. Si può sperimentare a livello emozionale purificando il 'cuore' inspirando purezza dalla sfera angelica ed espirando quello che si vuole eliminare emozionalmente. Ma essenzialmente questa pratica lavora a livello spirituale, in cui si può diventare consapevoli di una corrente che passa delicatamente attraverso le labbra o il naso mentre si diventa consapevoli di barlumi di luce divina e vita che entrano nel corpo, nella mente e nel cuore, rivivificando l'anima, o spirito, e irradiando gli stessi con l'espirazione. O, in un'altra immagine, lo spirito in tal modo si rafforza, o può addirittura riaccendere la luce dell’anima come viene accesa una candela. Quando lascia la sua luce nell'espirazione è luminosa come prima. Nessun inquinante esce perché lo spirito rimane puro e separato da qualsiasi cosa sporca o negativa ci sia. La radianza che produce può cambiare l'atmosfera e rimanere con noi. Si viene trasportati dal mondo della sensazione alla sfera dell'esaltazione. UN GIOVANE PESCE NUOTAVA NELL'OCEANO Un giovane pesce godeva del suo ambiente, e si sentiva a casa. Quando crebbe, tuttavia, incominciò a farsi delle domande sul mondo. Andò da sua madre chiedendo: "Cos'è questa cosa di cui tutti parlano? Parlano dell'oceano, che cos'è? Io non lo so, non l'ho mai visto". E la mamma rispose con le parole dell'apostolo Paolo: "Tu vivi, ti muovi e hai il tuo essere nell'oceano: lui è la nostra essenza". Difficilmente abbiamo un po' di consapevolezza dell'oceano che ci circonda. Perché? Perché è del tutto normale, è lì, e non gli prestiamo attenzione. Forse perché l'antenna del respiro è sintonizzata soprattutto alle vibrazioni della stazione radio fisica o a quelle della stazione radio razionale o emozionale. A causa di questi suoni stridenti non si può udire il suono sottile. Quando siamo accecati da una luce forte non riusciamo a vedere le tonalità sottili della luce tenue. Lo stesso accade con l'atmosfera dello spirito: non lo percepiamo perché non siamo sintonizzati ad esso. E ciò che si fa nelle scuole spirituali di tutte le religioni è cercare di ritrovare questa sintonia che è molto difficile trovare in questo mondo di eccessiva attività, in mezzo a un mondo fatto di asprezze. Il respiro è il ponte che unisce le due sfere. Spesso si ritiene che Dio sia separato dall'uomo e che l'uomo sia separato da Dio. Dio è divino e risiede nel lontano cielo. L'uomo è limitato all'ambito terreno non celeste. L'abisso tra loro non può essere attraversato se non sottostando a condizioni dure, così si pensa. Tuttavia l'uomo sa, anche se inconsciamente, che l'uomo è divino nella sua anima, contro ogni apparenza. Siamo parte di una consapevolezza più ampia. L'uomo è come una goccia d'acqua presa dall'oceano. Goccia e oceano sono della medesima sostanza. La goccia essenzialmente è della medesima natura, ma nello stesso tempo è niente paragonata alla vastità e alla potenza dell'oceano. Ma quando la goccia si unisce all'oceano, nei fatti o nella sua consapevolezza, diventa molto vasta, diventa molto forte, sappiamo quanto sia forte la potenza di uno tsunami. Affonda navi enormi, distrugge costruzioni, e porta tutto nel suo grembo. Lo spirito può essere altrettanto forte. Tuttavia, quando a livello mentale sarò arrivato alla consapevolezza di questa identità, sarò incline a concludere: 'Sono l'oceano'. Tutti allora rideranno di me vedendo il contrasto: che presunzione. Ma quando la goccia diventa realmente conscia della sua vera natura e perde il suo falso ego la sua coscienza si immerge nell'oceano della più alta consapevolezza. Perciò c'è del vero nel fatto che l'uomo e Dio sono separati e completamente diversi mentre nello stesso tempo essenzialmente non è così. La differenza è che consideriamo la quantità e non consideriamo la qualità. L'uomo diventa veramente umano quando diventa consapevole della vastità dell'oceano. È allora che scoprirà l'immenso potenziale naturale del suo oceano, mentre nello stesso tempo è umile, senza essere piccolo. Quando contempliamo un magnifico paesaggio di montagna ci sentiamo umili, mentre nello stesso tempo siamo parte della vastità e della maestosità dello scenario. Questa è una delle qualità che il Dalai Lama sottolinea nei suoi messaggi, essere umili e tuttavia consapevoli di quel potere e di quella potenzialità essenziali che si trovano in noi stessi.