Incontro di studio del 17/04/2023 – Vedere (Suresnes – 30 Agosto 1926)

Si può vedere, si può guardare, e si può osservare. Queste tre parole indicano la stessa azione, tuttavia ogni parola suggerisce qualcosa di diverso.

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Osservando comprendiamo qualcosa su quello che vediamo; vedendo gli prestiamo piena attenzione; guardando – sia che comprendiamo o no, sia che gli prestiamo attenzione o no – abbiamo perlomeno gettato il nostro sguardo su qualcosa. Quindi ci sono tre condizioni: guardare una cosa in superficie, guardare una cosa completamente, e guardare una cosa con una completa osservazione, comprenderla mentre la si guarda. Ogni persona nota le cose in questi tre modi. Quello che le interessa di più lo osserva attentamente; quello che attira il suo pensiero lo vede, gli presta attenzione; e quello su cui cade il suo sguardo lo guarda. Ci sono, dunque, tre diversi effetti prodotti sull’uomo da tutto ciò che vede: un effetto più profondo di quello che ha osservato pienamente, un effetto evidente di quello che ha visto, e un effetto passeggero di quello a cui ha dato un’occhiata. Quindi naturalmente tra tutti coloro che vivono sotto il sole ci sono persone che vedono, ci sono persone che pensano, e ci sono persone che hanno due occhi. C’è un altro aspetto di questa questione: una persona che cammina ha una certa esperienza della strada che ha percorso; chi percorre la stessa strada in automobile ha un’esperienza diversa; e chi vola nell’aria in aereo ha un’esperienza ancora diversa. Forse chi camminava non è stato in grado di raggiungere la sua meta con la stessa velocità di chi era in auto e di chi era in aereo, ma l’osservazione che ha fatto, le cose che ha visto, e le esperienze che ha avuto, non sono paragonabili a quelle degli altri due. In questo modo lavora la nostra mente: c’è un uomo la cui mente lavora alla velocità di un aereo e c’è un altro uomo la cui mente lavora alla velocità di un’automobile. Chi ha una mente che lavora alla velocità di un uomo che cammina forse non penserà velocemente come le altre persone, ma quello che pensa lo penserà completamente, quello che vede lo vedrà completamente. È lui che capirà a fondo le cose, lui che comprenderà la legge nascosta dietro le cose, perché l’attività della sua mente è normale. Naturalmente pensare velocemente non sempre dipende dall’attività veloce della mente: a volte è una qualità della mente. Una persona intelligente pensa anche velocemente, ma questa è un’altra cosa. Come c’è una differenza tra due pietre, un diamante e un sasso - entrambi sono pietre, ma una è preziosa e l’altra opaca - così ci sono due diverse qualità della mente: una persona che pensa in modo veloce e intelligente, l’altra che pensa velocemente e sbaglia sempre. La seconda sbaglia perché pensa velocemente, la prima ha la qualità della mente che, pur pensando velocemente, fa pensare in modo giusto quella persona. Il ritmo del pensiero ha molto a che fare con la propria vita. Se i tre, che hanno viaggiato sulla stessa strada a piedi, in auto e in aereo, si incontrassero e parlassero delle loro esperienze, ci sarebbero grandi differenze. È per questo che le persone che hanno vissuto la stessa vita, che hanno vissuto sotto lo stesso sole, che sono nate sulla stessa terra, sono ciononostante così diverse nella loro mentalità. La ragione è che la loro mente ha viaggiato a diverse velocità. Le loro esperienze sono completamente diverse anche se hanno percorso la stessa strada. Un veggente è colui che non ha guardato, ma colui che ha visto. E come ha visto? Controllando l’impulso di camminare velocemente, resistendo alla tentazione di andare a destra o a sinistra, andando fermamente verso l’obiettivo che deve raggiungere. Tutte queste cose fanno di una persona un veggente. Ci sono interpretazioni sbagliate della parola veggente. Talvolta la gente dice: “Questa persona è un chiaroveggente o uno spiritista, vede fate, fantasmi e spiriti”. Ma questo è un diverso genere di persona; non è un veggente. Il veggente non ha bisogno di vedere il mondo invisibile. C’è molto da vedere qui nel mondo visibile; perché c’è così tanto nascosto agli occhi di ogni uomo che potrebbe vedere in questo mondo oggettivo, che se per tutta la sua vita si concentrasse sul vedere in questo mondo oggettivo, scoprirebbe abbastanza cose da vedere e su cui riflettere. È una curiosità infantile da parte di alcune persone quando vogliono vedere qualcosa che nessuno ha visto. È per vanità che raccontano di aver visto qualcosa che gli altri non vedono; è per soddisfare la loro curiosità che vedono qualcosa che non è visibile in questo mondo di oggetti. Il mondo visibile e il mondo invisibile sono la medesima cosa, e sono entrambi qui. Quello che non riusciamo a vedere è il mondo invisibile, e quello che riusciamo a vedere è il mondo visibile. Non è che quello che non riusciamo a vedere si nasconda alla nostra vista, è perché noi chiudiamo i nostri occhi su di esso. C’è poi una vista lunga, una vista corta, e una vista media. Ci sono alcuni che possono vedere molto avanti, molto indietro, o molto prima che le cose accadano. Anche queste sono forme di vista. Un’altra persona che vede soltanto quello che è immediatamente davanti a lei, quello che è vicino a lei; non vede nulla di ciò che si trova dietro a lei. La sua influenza è limitata, perché tutto ciò che è accanto a lei la influenza; non sa vedere oltre, non sa vedere davanti a sé. C’è un’altra persona che ragiona su quello che vede; questa è la vista media. Ragiona su ciò che vede per quanto la sua ragione le consente. Non sa vedere oltre il suo ragionamento; arriva fin lì e non oltre. Naturalmente quando queste tre persone si incontrano e parlano tra loro, ognuna ha il proprio linguaggio. Non sorprende se una non capisce il punto di vista dell’altra, perché ciascuna ha la propria visione, e in base a questa visione guarda le cose. Nessuno può dare la propria vista a un’altra persona per far sì che veda in modo diverso. Per quanto una persona possa spiegare il panorama che ha visto quando era sulla cima di una montagna a un uomo che non è mai salito su quella montagna, quell’uomo la ascolterà e probabilmente si rifiuterà di credere a tutto quello che l’altro dice; o se ha fiducia in questa persona che le spiega quello che ha visto dalla cima della montagna, allora forse incomincerà ad ascoltare la sua guida. Non vedrà il panorama, ma ascolterà e trarrà beneficio dall’esperienza di chi l’ha visto. Ma chi va sulla vetta della montagna lo vedrà da sé, avrà la stessa esperienza. C’è ancora un aspetto di questa questione, ed è da quale altezza si guarda la vita. Quando una persona guarda la vita stando sul terreno la sua visione è completamente diversa da quella di una persona che sale sulla montagna, ed è un punto di vista ancora diverso quando una persona ha raggiunto la cima della montagna. Cosa sono questi tre gradi? Sono i gradi di consapevolezza. Quando una persona guarda la vita come: “Io e tutto il resto”, questo è un punto di vista. Quando una persona vede tutto il resto e dimentica l’io, questo è un altro punto di vista. E quando una persona vede tutto e lo identifica con l’io, questo è ancora un altro punto di vista. La differenza che questi punti di vista producono nella visione di una persona è così grande che le parole non possono spiegarla. Si ha un’idea di quello che è chiamato Nirvana, o consapevolezza cosmica, raggiungendo la vetta della montagna, e un’idea della comunicazione con Dio una persona la ottiene quando è salita sulla montagna, e l’idea di io e tu, e di lui, di lei e di esso, è più chiara quando una persona sta sulla terra. Il progresso spirituale è espansione dell’anima. Non è sempre desiderabile vivere sulla cima della montagna, perché anche la terra è fatta per l’uomo. Quello che è desiderabile è avere i propri piedi sulla terra e la propria testa in alto come la vetta della montagna. Una persona che può osservare la vita da tutti i lati, da tutte le angolature, scoprirà un’esperienza diversa vedendo da ogni angolatura; guardando ogni lato le darà una nuova conoscenza, una conoscenza diversa rispetto a quella che aveva conosciuto prima. (I parte) Incontro di studio e meditazione del 17 aprile 2023