L’impressione che viene prodotta sulla mente ha un carattere completamente diverso dall’impressione che viene prodotta sugli oggetti
Un essere umano è vivo, quindi creativo. Qualunque impressione la sua mente riceva, non solo conserva - come una pietra conserva - un’impressione, ma produce la stessa impressione molte volte in un momento e così mantiene l’impressione viva. Ed è questa vita dell’impressione che viene conservata nella mente che diventa udibile alle orecchie del cuore. È per questo che tutti noi, più o meno, sentiamo il pensiero o il sentimento di un altro - la sua contentezza, la sua scontentezza, la sua gioia o la sua delusione - perché è ripetuta continuamente dalla sua mente. L’impressione nella mente non sta ferma come una fotografia. Il fenomeno della memoria è tale che crea tutto ciò che la memoria conserva, e non solo le vibrazioni che la memoria conserva, ma le vibrazioni o le forme in risposta ad esse. Ad esempio, una persona ha una profonda impressione di paura nella sua mente. La conseguenza è che la mente è al lavoro per produrre un oggetto a causa della sua paura. Nel sogno, nell’immaginazione, nello stato di veglia, la paura viene creata. Si può facilmente capire che venga creata nel sogno, ma come viene creata nello stato di veglia? Tutto ciò che è intorno a una persona, i suoi amici, i suoi nemici, le condizioni, l’ambiente circostante, tutto assume una forma che spaventerà la mente che sta mantenendo la paura. Com’è stupefacente allora il fenomeno della mente! La mente è la sua domanda ed è essa stessa la sua risposta. Quindi le infelicità vengono attirate soprattutto da coloro che temono l’infelicità. Una delusione viene provocata da chi si aspetta una delusione. Un fallimento è causato dal mantenere l’impressione di un fallimento. Ho sentito spesso la gente dire: “Non avrò mai successo, non avrò mai successo. Tutto ciò che faccio va male”. C’è qualcosa che non va. È davvero una buona cosa che ci siano le stelle, così possono attribuire la loro infelicità alle stelle! Ma in realtà, appartiene a loro, sono loro che la mantengono nella loro mente. Quando una persona pensa continuamente: “Niente di giusto accadrà; niente di buono arriverà”, il fallimento è anticipato; e anche se tutte le stelle del cielo fossero a suo favore, persino allora quella persona andrebbe ancora incontro a fallimenti. In questo modo l’essere umano è il creatore della sua condizione, del suo destino. Ci sono molte persone che non vedono prospettive davanti a sé nella vita. Significa che il mondo, l’universo, è così povero da non poter provvedere a tutti i loro bisogni? C’è abbondanza. Ma pensando continuamente che non ci sia via d’uscita, una persona rimane fissata nel suo pensiero e provoca disperazione. Ma qualunque cosa si pensi e si senta, nello stesso tempo la si sta emanando come una fragranza. Si crea intorno a sé un’atmosfera che esprime quello che si dice o quello che si sente. E non solo si trasmette ad altri il proprio pensiero e il proprio sentimento, ma si crea una risposta. Ad esempio, una persona che prima di lasciare la casa pensa: “Potrei avere un incidente d’auto”, prepara l’incidente e riflette quel pensiero, forse, su qualche altro guidatore d’auto. Questo pensiero ha colpito l’altro guidatore, e quando si avvicina a quella macchina, c’è un incidente. Lo stesso avviene col proprio successo. Quando si va nel mondo e si dice: “In questo mio affare avrò successo”, si attira tutto ciò che occorre per avere successo. Questo non ci dimostra che questa è una terra degli specchi, una terra degli specchi con un fenomeno vivo perché gli specchi sono vivi? Non accade solo un proiettare e riflettere negli specchi, ma un fenomeno di creazione per cui tutto ciò che è proiettato e riflesso viene creato nello stesso tempo, e prima o poi si materializza. È in questo che il Sufi scopre il mistero della padronanza: che oltre a tutte le idee di destino e le influenze terrene e le influenze celesti, c’è un potere creativo nella mente che lavora. In una persona, forse la facoltà creativa del suo essere è al lavoro per un grado, e novantanove gradi sono la parte meccanica del suo essere al lavoro. In un’altra persona forse, che è più evoluta, novantanove gradi di potere creativo sono al lavoro, e forse un grado della parte meccanica. È la parte meccanica del suo essere che è soggetta alle condizioni e all’ambiente circostante e che è impotente. Ed è la parte creativa del proprio essere che è creativa, che produce fenomeni; e in questo aspetto, si può trovare l’essenza divina.