Incontro di studio del 30/05/2023 – Vedere (Suresnes – 30 Agosto 1926) Seconda parte

Infine, c’è la questione di vedere e non vedere. Questo è inteso dai mistici. È essere in grado di vedere a piacimento ed essere in grado di sorvolare

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Non è facile per una persona sorvolare, è qualcosa che si deve imparare. C’è molto che si può vedere, che si deve vedere, e c’è molto che si potrebbe non vedere, che è meglio che non si veda. Se non si può vedere, questo è uno svantaggio, ma non c’è svantaggio nel non vedere qualcosa che si potrebbe non vedere; perché ci sono moltissime cose che si possono vedere, si potrebbe benissimo evitare di vederle. È la persona che manca di padronanza che è trattenuta da quello che vede. Non può evitare di vederlo, sebbene non voglia vederlo. Ma chi ha la sua vista sotto controllo vede quello che vuole vedere, e quello che non vuole vedere non lo vede. Questa è padronanza. Come è vero per gli occhi, che quello che è davanti a loro lo vedono e quello che è dietro di loro non lo vedono, lo stesso è vero per la mente: quello che è davanti a lei lo vede e quello che è dietro di lei non lo vede. E perciò una persona che vede può vedere un lato, mentre l’altro lato è sempre nascosto. Naturalmente, quindi, se questo mondo oggettivo è davanti ai suoi occhi, l’altro mondo è nascosto alla sua vista, perché vede quello che è davanti a lei; non vede quello che è dietro di lei. E come è vero che quello che è dietro di lei una persona può vederlo soltanto voltando indietro la testa, è altrettanto vero che quello che la mente non vede può essere visto dalla mente soltanto quando è girata dall’altra parte. Ciò che si impara nell’esoterismo, nel misticismo, è volgere la mente dalla visione esteriore alla visione interiore. Potreste chiedere: quale profitto si ricava da questo? Se è vantaggioso riposare la notte dopo un’intera giornata di lavoro, lo stesso è vantaggioso distogliere la propria mente da questo mondo di varietà per riposarla e per darle un’altra esperienza, che le appartiene, che è sua, di cui ha bisogno. È questa esperienza che si ottiene con il processo meditativo. Una persona che è in grado di pensare ma non è in grado di dimenticare, una persona che è in grado di parlare ma non è in grado di tacere, una persona che è in grado di muoversi e non è in grado di rimanere ferma, una persona che è in grado di piangere e non è in grado di ridere, questa persona non conosce la padronanza. È come avere una mano sola, è come stare su un piede solo. Per avere un’esperienza completa della vita si deve essere in grado di agire e riposarsi, si deve essere in grado di pensare, e si deve essere in grado di rimanere in silenzio. Ci sono molte cose preziose nella natura e nell’arte, cose che non hanno prezzo; tuttavia, non c’è nulla in questo mondo di più prezioso della vista; e ciò che è più prezioso di tutto è l’intuito: essere in grado di vedere, essere in grado di comprendere, essere in grado di imparare, essere in grado di conoscere. Questo è il dono più grande che Dio può dare, e tutte le altre cose nella vita sono insignificanti paragonate ad esso. Se c’è qualcosa che si può fare per arricchire la propria conoscenza, per innalzare la propria anima alle sfere più alte, per consentire alla propria consapevolezza di espandersi fino alla perfezione, è fare tutto il possibile per aprire la propria vista, che è il segno di Dio nell’uomo. È l’apertura della vista che viene chiamata dischiudersi dell’anima. da “Vedere” – La fronte sorridente