INCONTRO PER CANDIDATI Suresnes, 15 agosto1924

Nella continuità della meditazione sta il segreto del suo beneficio.

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Gli esercizi che vengono dati ai mureed servono per abituarsi a praticare una concentrazione, una meditazione. Ma ottenere il massimo beneficio da questi esercizi significa proseguire questi esercizi nella propria vita quotidiana, nel proprio lavoro. Ad esempio, continuare il fikar mentre si cammina, ascoltare lo zikar nelle campane della chiesa, ripetere il wazifa con ogni azione che si fa, contemplare quando ci si ritira a letto, quando ci si sveglia di notte, quando al mattino ci si risveglia. Dal momento in cui si è recuperato il senso del mondo oggettivo dopo il sonno si deve cominciare a diventare consci della propria meditazione, affinché la meditazione non diventi una parte della propria quotidianità, ma un lavoro continuo. In questo modo si ottengono rapidamente dei benefici, e in un anno si raggiunge il risultato che si raggiunge in dieci anni. Non si deve dividere la propria azione quotidiana e la propria meditazione, poiché questo è un processo molto lento per arrivare a un risultato fruttuoso. Ci sono Sufi che ad ogni boccone che mangiano ripetono la loro preghiera; ad ogni passo che fanno in casa o fuori casa continuano il loro fikar, ad ogni respiro durante il giorno e la notte la loro meditazione continua. I risultati che si possono ottenere da questo sono oltre le parole. La nostra vita quotidiana è piena di influenze che ci distraggono dalla nostra meditazione, dal nostro obiettivo nel cammino spirituale; ogni cosa giusta e sbagliata, ogni cosa buona e cattiva, entrambe, in un modo o nell’altro, ci distraggono dal nostro vero obiettivo. E la cosa più importante nella nostra vita è restare sulla retta via, affinché nient’altro possa separarci, spingerci fuori strada. E questo possiamo farlo solo con una cosa ed è un pensiero meditativo continuo, dalla mattina alla sera, in tutto ciò che facciamo. Così facendo, quello che succede nel giro di pochi anni è che la meditazione diventa la nostra seconda natura, e senza che ce ne accorgiamo continuiamo a fare la nostra meditazione, e questo è il processo giusto; allora la nostra meditazione continua come un corso naturale. Allora si mette in moto il meccanismo dal quale ci si aspetta che lo scopo della nostra vita sia realizzato.