L’interdipendenza della vita interiore e della vita esteriore – Suresnes, 16 Agosto 1925 – I parte – Incontro di studio 19/08/24

È la mancanza di conoscenza dell’interdipendenza della vita interiore e della vita esteriore che rende la vita confusa, una nebbia.

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Si chiede la causa di tutto, non si conosce la causa. La prima cosa da capire in relazione a questo argomento è che l’individuo è sia un meccanismo che un ingegnere. C’è una parte del suo essere che è meramente un meccanismo, e c’è un’altra parte che è un ingegnere. Se la parte che è un meccanismo prevarica, in altre parole governa la parte che è ingegnere, allora quella persona diventa una macchina che funziona sotto l’influenza di tutto ciò con cui entra in contatto. Le influenze del mondo più sottile e quelle del mondo più denso, influenze di tutti i tipi agiscono su quella persona mantenendola in ogni momento del giorno perfettamente funzionante, sia che agiscano a suo favore o a suo sfavore, sia che agiscano contro la sua volontà o secondo la sua volontà. Se è secondo la sua volontà è un caso positivo, se è contro la sua volontà è una sventura. La volontà ha una grande parte da giocare nella vita, e se la volontà è nascosta sotto il meccanismo allora la volontà non ha più potere su di esso; il meccanismo funziona automaticamente, influenzato da diverse forze che provengono dai mondi più sottili e più densi. Perché in questo mondo ci sono molte persone a cui qualcosa non va bene, e perché ci sono alcuni che pensano che tutto va bene? Anche tra diecimila persone difficilmente ce n’è una che dica: “Mi va tutto bene”. Tutte le altre dicono: “Ho qualcosa che non va bene”. È molto facile attribuirlo al destino, chiamarlo disgrazia o sfortuna. Ma chiamandolo con questi nomi non vi si può porre rimedio; al contrario con gli anni aumenta. Inoltre, la parte nella persona che può essere chiamata l’ingegnere non ha mai una possibilità; più il meccanismo ha il controllo sulla sua vita, più quella parte che è chiamata ingegnere viene repressa. Una persona con la sua scarsa volontà, con pochi desideri e voglie è spinta verso il basso dalla forza di questo funzionamento automatico della vita. Chiama questo funzionamento automatico condizioni, circostanze. Per ciò che accade vede qualche motivo e quando lo considera da un punto di vista logico arriva una risposta, ma non è mai soddisfacente. Non dà una completa soddisfazione perché dietro a ciò che accade si può trovare una soluzione e un significato in ogni problema. Tutto ciò che si vede, si sente, e si percepisce con qualsiasi senso ed esperienza, ha un effetto distinto e definito sulla propria anima, sul proprio spirito. Quello che si mangia, quello che si beve, quello che si vede, quello che si tocca, l’atmosfera in cui si vive, le circostanze che si affrontano, le condizioni che si attraversano, tutto questo ha un certo effetto sul proprio spirito. A volte da una brutta esperienza è derivato un beneficio; da una bella esperienza a volte arriva uno svantaggio. A volte l’esito è simile: da una bella esperienza si riceve qualcosa di buono e da una brutta esperienza si riceve qualcosa di negativo. Ad esempio, una persona ha avuto una brutta esperienza nella sua amicizia e quello che le ha provocato è una sorta di freddezza, una visione pessimistica della vita; una sorta di indifferenza si è sviluppata in lei, mostra disprezzo, odio, pregiudizio, riluttanza ad associarsi a qualcuno nel mondo. Ha preso il lato cattivo dalla sua esperienza. C’è un’altra persona che è stata delusa e ha imparato qualcosa. Ha imparato come essere tollerante, come perdonare, come comprendere la natura umana, aspettarsi poco dagli altri e dare di più agli altri, come dimenticarsi di sé, come essere aperta e comprensiva con un altro. È la medesima esperienza che fa andare una persona a Nord e un’altra a Sud. L’effetto dell’esperienza della vita è diverso su una persona. Una certa droga o erba medicinale ha un certo effetto, positivo su una persona e negativo sull’altra. Lo stesso avviene con le esperienze esteriori della vita; su una persona hanno un certo effetto, su un’altra hanno un effetto completamente diverso. Siamo messi nel mondo in una condizione in cui siamo sempre soggetti a influenze esterne. È come se un’anima fosse buttata nella vita con la predisposizione a muoversi verso Sud, Nord, Est o Ovest. Dipendendo totalmente dal modo in cui il vento soffia, l’anima si volta di conseguenza. Se non ci fosse questa piccola scintilla nella nostra anima che si potrebbe chiamare l’ingegnere e che noi riconosciamo come libero arbitrio o volontà personale, non penseremmo neppure per un attimo che siamo un essere. Non ci sarebbe differenza tra cose e esseri. Più realizziamo l’esistenza della volontà in noi e più ne siamo consci, più siamo in grado di stare in piedi nel vento del nord, del sud, dell’ovest e dell’est; da qualunque lato venga il vento, riusciamo a sostenerlo. (L’interdipendenza della vita interiore e della vita esteriore – Suresnes, 16 Agosto 1925 – I parte)